Santa Cruz inaugura i nuovi vivai del Palmetum.
Il sindaco di Santa Cruz, José Manuel Bermúdez, ha inaugurato i nuovi vivai del Palmetum, alla presenza del team di architetti del progetto, dell’impresa edile SOTOCAN e del direttore del giardino botanico, Carlo Morici.
“Un investimento di 1,7 milioni di euro per una parte fondamentale di qualsiasi giardino botanico, dove avviene la germinazione dei semi, la radicazione delle talee o il recupero di esemplari danneggiati o trapiantati”, ha annunciato il sindaco.
“Inaugurando questi spazi”, ha spiegato il sindaco, “riaffermiamo il nostro impegno per il presente, ma anche per il futuro del Palmetum e per la conservazione e la diffusione della biodiversità, un passo deciso verso un futuro più sostenibile e consapevole, dove il rispetto per la natura è uno dei nostri valori più importanti”.
Ha concluso ricordando che “dietro queste strutture ci sono esperti il cui intervento è essenziale affinché possiamo continuare a godere del nostro giardino botanico, dove ogni pianta viene annaffiata manualmente e curata da mani esperte”.
Va notato che, come ha sottolineato il direttore botanico Carlo Morici, “non si tratta di un vivaio commerciale, quindi non ci sono date di consegna e le piante erbacee e a crescita rapida sono poche”.
Ha chiarito che “le specie presenti nell’Orto Botanico del Palmetum, come in molti altri orti botanici, sono alberi e palme che impiegano anni per svilupparsi e devono prima trascorrere anni in vaso, poiché alcuni frutti di palma impiegano due anni per maturare.
Pertanto, le specie a crescita più lenta richiedono dagli 8 ai 10 anni di coltivazione in vaso prima di poter essere inserite nell’area espositiva generale del Palmetum”.
“Proprio per questo motivo”, spiega il direttore botanico, “i sistemi di controllo climatico sono indipendenti in ogni serra e consentono di creare condizioni radicalmente diverse per piante provenienti da biomi diversi.
Pertanto, la serra 1, più grande, ospita piante mesofile provenienti da biomi piovosi e forestali, che richiedono umidità continua e condizioni molto stabili”.
Aggiunge: “Mentre la serra 2, d’altra parte, con maggiore luce e movimento d’aria, consente la coltivazione di specie più xerofile, come le palme provenienti da ecosistemi semiaridi, savane o zone di macchia”.
In conclusione, Morici spiega che “la serra 3 ospita i propagatori e dispone di una camera isolata con temperature molto elevate e stabili e un’elevata umidità, necessaria per la prima fase di germinazione dei semi”.
Conclude affermando che “si tratta di una stanza più ampia che in seguito consente l’adattamento dei semenzai e la radicazione delle talee, con temperature più fresche e un sistema di nebulizzazione”.










